Ci sono delle volte in cui la vita ti costringe ad abbandonare per un po’ la tua semplice ed inaspettatamente meravigliosa normalità, le tue aspirazioni, i tuoi desideri. Quello che ti fa sentire vivo insomma. Come viaggiare ad esempio.

Chissà a quanti capita.

Quel desiderio di camminare per vie sconosciute, quella necessità viscerale di girovagare, quel bisogno di novità e di ignoto, io ho dovuto per un po’ metterli da parte, soffocata da una realtà inattesa ed indesiderata. Ma l’altro giorno, nel buio della stanza, il soffitto è diventato un pianoforte e le dita di qualcuno hanno cominciato a danzare su di esso, dapprima quasi esitanti, poi libere e deliziose come una ballerina de Lo Schiaccianoci. Moon River…le note di Moon River… E lì, occhi chiusi, è iniziato il mio viaggio. Ho passeggiato per il St James’s Park di Londra, ho spiato la magnifica miniatura di Parigi attraverso le grate sulla Torre Eiffel, ho indossato lo sciarpone appena comprato ad una delle bancarelle lungo il Nyhavn a Copenaghen, mi sono fermata a mangiare il currywurst in uno dei chioschi berlinesi, ho proseguito in auto verso l’isola di Skye, ho guardato Audrey accennarmi un saluto mentre suonava la chitarra, ho assaporato il tramonto fiorentino sulle scale di piazzale Michelangelo, mi sono addormentata sotto un cielo stellato sulla spiaggia thailandese di Choeng Mon.

Un malinconico surrogato è vero, di soli quindici minuti, ma di spensieratezza, di sorrisi, di consapevolezza che forse anche quel quarto d’ora di viaggio immaginario vada assaporato.

Non posso che ringraziare il mio vicino di casa e il suo pianoforte !

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