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Itinerario di un viaggio mai nato

Giorno 1: mi sa che dobbiamo proprio andare a Siviglia… non arriva ahimè
Giorno 2: email alla ginecologa
Giorno 3: lista degli esami da fare ricevuta
Giorno 10 : primo volo per Milano, primi esami, rientro a Londra
Giorno 30: secondo volo per Milano, altri esami, incontro con la ginecologa, rientro a Londra
Giorno 60: terzo volo per Milano, isteroscopia, rientro a Londra
Giorno 90: quarto volo per Milano, controllo dalla ginecologa, tutto in ordine, prossimo ciclo e si parte; recupero di tutti i medicinali, e siringhe
Giorno 95: piano delle terapie ricevuto, medicine pronte, temperatura in casa non superiore a 25 gradi se no tocca ricomprarle, consensi firmati, clinica avvisata, centinaia di euro andati
Giorno 100: finalmente le mestruazioni, si può cominciare. Ore 6 2 ovuli in vagina, ore 7 acido folico e cortisone, ore 14 2 ovuli in vagina, ore 8 siringa nella pancia, ore 9 compressa, ore 10 2 ovuli in vagina.4 cerotti da cambiare ogni 3 giorni
Giorni 107-111: come sopra; prima ecografia, seconda ecografia, messaggi multipli con la ginecologa, volo per Siviglia prenotato, albergo a Siviglia prenotato, ferie last minute prese, centinaia di euro andati
Giorno 118: Siviglia, embrione scongelato, embrione riposto in utero, e con esso tutte le speranze. Migliaia di euro andati. Facciamo un giro. Compro l’agenda 2023 cosi magari ci scrivo qualcosa di bello..
Giorni 119 – 127: lungo viaggio verso le beta; bevo 1 o 2 caffè, meglio se non lo bevo, sollevo la spesa, meglio di no, cammino, ma non troppo, sono nervosa, ma devo calmarmi, dormo di lato di sopra di sotto; e, come sempre, come sopra (ovuli, siringhe, cerotti, compresse).
Giorno 128 : beta, prelievo, attesa, beta positive, apro gli occhi, li chiudo, realtà, sogno, ansia, euforia, terrore, euforia, attesa
Giorno 132: seconde beta, prelievo,attesa, crescono, euforia, terrore, euforia, attesa
Giorno 134: terze beta, prelievo, attesa, crescono ancora, euforia, terrore, euforia, attesa
Giorno 146: prima ecografia, c’è una camera gestazionale, piccola ma c’è, il sacco vitellino anche, ma l embrione no, bisogna attendere; tristezza, speranza, illusione, delusione; nel frattempo, come sempre, come sopra (ovuli, siringhe, cerotti, compresse)
Giorno 155: ecografia, non c’è nulla, nessun cuore che batte, e nemmeno più il mio.
Giorno 158: mestruazioni.
Giorno 158: Getto via quell’agenda 2023 …non ricorda nulla di bello.

Se volete saperne di più, qui trovate la mia intervista su questo viaggio per Luce! https://luce.lanazione.it/primo-blocco-grande-hp/fecondazione-assistita-ilaria/

Taranto tu sei come la vita. Sai essere meravigliosa quando lasci che si ammiri il tuo mare, e sai ferire quando mostri le tue ciminiere, sai far sperare quando ti agghindi di lucine e voci cantanti nel centro storico, e sai deludere quando lasci che le tue mura restino sgretolate. Tu si che sei vera Taranto.

Lapponia!!!

Il Natale si avvicina e con le prime decorazioni, le prime musiche e le pettole, mi ritorna in mente il mio viaggio nel Paese in cui il Natale non tramonta mai: la Lapponia, terra incantata di elfi, renne e lucine, il regalo più strepitoso per i/le “natalofili/e” come me!

E’ un viaggio che ho fatto nel gennaio scorso e per il quale ho ceduto alla tentazione di “avere il piatto pronto” e mi sono rivolta all’agenzia viaggi Blueberry Travel, un tour operator online il cui suo spirito giovanile ed avventuriero mi ha subito colpita!

Biglietto per Rovaniemi ed eccomi catapultata al Circolo Polare Artico. “Relax! Here is always Christmas!” è il messaggio di benvenuto in aeroporto che ben spiega che siamo atterrati proprio nella terra di Babbo Natale… Come se il freddo non mi avesse già chiarito le idee!

A Rovaniemi ha sede il misterioso villaggio di Babbo Natale che, come probabilmente avrete letto online, è molto meno suggestivo e magico di quello che ci si aspetta. Tuttavia, incontrare nella sua casa questo omone con la lunga barba bianca, le guanciotte rosse e gli scarponi giganti, abbracciarlo, scambiare con lui qualche parola in italiano (perché Santa Claus si sa è poliglotta!) e finalmente realizzare il sogno per eccellenza di bambina, fa comunque un certo effetto!

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Per non parlare poi di quanto sia emozionante fare un salto al suo ufficio postale dove sono archiviate le innumerevoli lettere spedite negli anni dai bambini di tutto il mondo e con le richieste più disparate.

Timbro del circolo Polare Artico (Napapiiri in finlandese) sul passaporto e rotta ancora più a nord verso Nellim, al Nellim Wildreness hotel, immerso nella natura nei pressi di un grande lago ghiacciato, lontano dall’illuminazione artificiale, intimo, selvaggio, rustico, tutto cottage legno conifere e neve! Il cibo è delizioso, soprattutto se amate il salmone e i frutti di bosco nonché la carne di renna (ebbene si, le tanto adorate renne in Lapponia sono la portata principale!). Il tempo, poi, è vivacemente allietato dalle più svariate attività artiche. Io ho fatto lunghe passeggiate con le ciaspole e con gli sci di fondo, sprofondando nella fresca e soffice neve, attraverso le foreste di conifere che si estendono a perdita d’occhio, ammirando gli enormi laghi ghiacciati, seguendo le impronte fresche lasciate da volpi, uccelli o renne. Ho bevuto l’acqua appena raccolta dal fiume e pescato nel lago dopo aver letteralmente trapanato il blocco di ghiaccio sovrastante. Ho guidato una motoslitta per diversi chilometri, tra una curva e una salita nella foresta, accelerando adrenalinica sul grande lago ghiacciato e assaporando lo spettacolo del paesaggio circostante sotto un cielo dipinto da ogni sfumatura dell’azzurro e del rosso-arancio.

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Ho sfrecciato su una slitta trainata dagli husky, col vento gelido sul viso, il ghiaccio tra le ciglia e quella sensazione irripetibile di libertà! Ho visitato una deliziosa chiesetta tutta in legno nei pressi del confine russo, circondata da un cimitero completamente coperto dalla neve bianca in grado di cancellare ogni impressione cupa che di solito accompagna un luogo come questo. Ho fatto un salto in un allevamento di renne dove ho incontrato un autentico sami, ultimo di una famiglia di allevatori di renne da generazioni, e ascoltato i suoi racconti mangiando in un bivacco costruito dal nonno.

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Ho anche sperimentato la sauna alimentata a legna, con il proposito di gettarmi nella neve in costume, come da tradizione finlandese; ma è rimasto tale…solo un proposito!

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E quando il buio è sopraggiunto lo spasso è continuato: l’aurora boreale. Occhi fissi al cielo e mani giunte in preghiera nella speranza di vederla!! L’hotel organizza i cosiddetti “aurora camp” durante i quali si raggiungono aree isolate, non illuminate, dove la possibilità di godere delle luci del nord è maggiore. L’aurora è uno spettacolo unico: questi fasci di luce colorati che letteralmente danzano sopra la tua testa,  che si avvicinano per poi allontanarsi e vibrano con le loro sfumature cromatiche, ti lasciano davvero a bocca aperta e col fiato sospeso…vuoi vederne ancora ed ancora… sono un’ottima droga naturale! E se per caso il cielo è coperto o l’attività aurorale bassa? Beh, sei comunque nel bel mezzo della foresta finlandese di notte, in un pacifico silenzio, intorno a un fuoco appena acceso e con un succo bollente di frutti di bosco tra le mani. La fortuna del Nellim hotel è che non è indispensabile partecipare agli aurora camp poichè, per via della sua posizione, è spesso possibile vedere l’aurora direttamente dall’hotel stesso. Lo staff, infatti, mette a disposizione degli ospiti un cellulare con “aurora alert”! E quando questo cellulare squilla, non ci sono scuse che tengano: che tu sia in t-shirt e pantaloncini nel tuo caldo lodge, o sotto la doccia, o nella suggestiva sala da pranzo a gustare la cena, e fuori ci sono meno 30 gradi, devi vestirti il più velocemente possibile e correre fuori per non perderti uno degli spettacoli più emozionanti che la natura possa offrirti!

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Nel complesso, questa “settimana artica” ve la consiglio senza ombra di dubbio. E’ un’esperienza completa, un viaggio dinamico e rilassante, naturalistico e culturale, avventuroso e lussuoso, romantico e divertente!

A proposito, nel caso vogliate spedire anche voi la letterina a Santa Claus ecco l’indirizzo: Joulupukki, Joulupukin Pääposti, FI-96930 Napapiiri, Finlandia  😀

Capodanno cinese a casa di una cinese!

Se ne sente sempre tanto parlare del capodanno cinese e numerose sono le città in giro per il mondo in cui viene celebrato. Ma cosa c’è di meglio che festeggiarlo proprio a casa di una amica cinese e, grazie a lei, scoprirne tradizioni e sapori?!

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L’ingresso del nuovo anno in Cina è davvero una grande ricorrenza e vengono concessi fino a 15 giorni di ferie dal lavoro. I connazionali disseminati in ogni parte della Cina e del mondo si fanno in quattro per raggiungere le famiglie. E’ un po’ come il nostro Natale. C’è chi, addirittura, per mancanza di trasporti adeguati o per difficoltà economiche, si sposta da una parte all’altra del Paese in motocicletta unendosi ad interi gruppi di “motociclisti” improvvisati ma disposti a macinare chilometri pur di trascorrere la festività nel calore familiare.

Ogni anno è associato ad un animale ed è significativo che l’animale dell’anno in corso presenti caratteristiche e qualità tendenzialmente opposte rispetto a quelle dell’animale dell’anno successivo, in uno spirito di compensazione che è proprio alla base del concetto chiave cinese dello yin e dello yang.

I festeggiamenti per il capodanno cinese durano circa un mese durante il quale molteplici sono gli eventi e le attività organizzati in ogni città. Non mancano i fuochi d’artificio di cui la Cina, e non me ne vogliano i miei amici napoletani, è la patria d’origine; la suggestiva e colorata festa delle lanterne; le chiassose e danzanti parate per le vie dei villaggi e delle città; le decorazioni che addobbano le strade e gli edifici pubblici rigorosamente di color rosso, simbolo di prosperità. Sulle porte delle case, inoltre, vengono appesi degli striscioni con su indicati gli specifici desideri di quella famiglia per l’anno nuovo: “l’arrivo di un bambino” o “il trovare l’amore” o “i soldi” o “la salute” e così via!

La sera della vigilia tutta la famiglia è riunita e, a mo’ di catena di  montaggio, si preparano i dumpling, i ravioli cinesi per capirci : c’è chi stende la pasta, chi fa la forma, chi li riempie, e chi li mangia! Si cena chiaramente tutti insieme e la tavola si riempie dei piatti tradizionali, come appunto i dumpling, il pesce che è un portafortuna e portadenaro (al pari delle nostre lenticchie), il pollo che, essendo questo l’anno del gallo, non può mancare, e le tang yuàn ovvero palline dolci di farina di riso ripiene con crema di fagioli rossi che, se realizzate a mano in casa, devono esser fatte il più rotondeggianti possibile perchè più il tondo è perfetto più lo sarà anche il nuovo anno!

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Durante la cena non si beve mai da soli, bisogna ogni volta brindare ed invitare gli altri a bere in modo che lo si faccia tutti insieme! E’ quasi d’obbligo guardare in tv su CCTV il Gran Gala del capodanno cinese, uno spettacolo di varietà davvero incredibile e scenografico che coinvolge migliaia di persone nella sua realizzazione e in cui si alternano sketch comici, cantanti pop e tradizionali, opera, inserti culturali e patriottici, straordinarie danze e coreografie che quasi si avvicinano a quelle della cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici!

In fondo e nonostante le peculiari tradizioni, il capodanno cinese non è poi così diverso dal nostro: si mangia, si festeggia, si sta in compagnia e si spera che l’anno nuovo sia migliore di quello vecchio! Scusate ma lo devo dire: tutto il mondo è paese !

 

A volte bisogna fermarsi

 

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A volte bisogna fermarsi. Mi stranisco io stessa a dirlo. In fondo non scriverei un blog di questo tipo se non avessi l’animo nomade e sempre alla ricerca di qualcosa. Ma i filosofi ci hanno perfettamente spiegato quanto  l’essere umano sia fatto di contraddizioni, di grigio, di giallo, di verde, di rosso..

Così di primo mattino, nel vortice dei mille pensieri, delle mille cose da fare e da organizzare, delle ruminazioni e rimuginazioni, del chi si ferma è perduto, io oggi ho deciso di fermarmi. Di aspettare. Di bloccare quel traffico che la mattina affolla non solo le strade di città, ma anche la mia mente e probabilmente quella di molti di voi. Perchè se è vero che questo flusso impazzito di preoccupazioni, idee, progetti e manie ti fa sentire vivo e t’assicura d’esser sempre pronto nella gara degli obiettivi, d’altra parte cela abilmente il suo inganno, il rischio di renderti vulnerabile, di lasciarti perso in questo marasma, di paralizzarti, di impedirti di focalizzare e stabilire priorità. Che poi quello che conta davvero e ti fa stare bene non sempre e non per forza devi cercarlo in giro, fuori di te. A volte quel che conta è il qui e ora.

E non è diverso per il viaggio… Chi, come me, aspira ad una vita fatta di viaggi e di vagabondaggi, potrebbe (e dovrebbe) ad un tratto apprezzare il gusto della fissità. E anzichè immaginarsi felice nel cuore del Giappone durante l’hanami, o su Machu Picchu in Perù, o in Lapponia sotto l’aurora boreale, potrebbe fermarsi, spalancare gli occhi e guardare la sua stanza, il suo piumone, il suo comodino pieno di libri e salviettine struccanti della sera prima, i suoi vestiti disordinati sulla poltroncina, e potrebbe godere di questo, godere di questo immobilismo, di questa inerzia, di questa certezza… che poi mai certezza è. E poi potrebbe guardare fuori dalla finestra ed ammirare il solito bar sotto casa e sorridere a quei soliti volti, il solito supermercato con l’insegna rotta, il solito cane del vicino che non smette di abbaiare, il solito parrucchiere che tutte le mattine quella anziana signora si ferma a salutare.

Beh si, forse oggi ho un po’ svarionato e divagato, lo ammetto… Sarà colpa dell’app Headspace che ogni mattina mi costringe a meditare!! Di una cosa sono sicura però: a volte bisogna fermarsi… ma solo a volte!

Ci sono delle volte in cui la vita ti costringe ad abbandonare per un po’ la tua semplice ed inaspettatamente meravigliosa normalità, le tue aspirazioni, i tuoi desideri. Quello che ti fa sentire vivo insomma. Come viaggiare ad esempio.

Chissà a quanti capita.

Quel desiderio di camminare per vie sconosciute, quella necessità viscerale di girovagare, quel bisogno di novità e di ignoto, io ho dovuto per un po’ metterli da parte, soffocata da una realtà inattesa ed indesiderata. Ma l’altro giorno, nel buio della stanza, il soffitto è diventato un pianoforte e le dita di qualcuno hanno cominciato a danzare su di esso, dapprima quasi esitanti, poi libere e deliziose come una ballerina de Lo Schiaccianoci. Moon River…le note di Moon River… E lì, occhi chiusi, è iniziato il mio viaggio. Ho passeggiato per il St James’s Park di Londra, ho spiato la magnifica miniatura di Parigi attraverso le grate sulla Torre Eiffel, ho indossato lo sciarpone appena comprato ad una delle bancarelle lungo il Nyhavn a Copenaghen, mi sono fermata a mangiare il currywurst in uno dei chioschi berlinesi, ho proseguito in auto verso l’isola di Skye, ho guardato Audrey accennarmi un saluto mentre suonava la chitarra, ho assaporato il tramonto fiorentino sulle scale di piazzale Michelangelo, mi sono addormentata sotto un cielo stellato sulla spiaggia thailandese di Choeng Mon.

Un malinconico surrogato è vero, di soli quindici minuti, ma di spensieratezza, di sorrisi, di consapevolezza che forse anche quel quarto d’ora di viaggio immaginario vada assaporato.

Non posso che ringraziare il mio vicino di casa e il suo pianoforte !

St Patrick’s Day!

Felice St Patrick’s Day a tutti!

Anche quest’anno è arrivato puntuale l’appuntamento con i verdi festeggiamenti irlandesi in onore dell’amato Patrono….e dell’amato divertimento, dell’amata arte e dell’amata birra !!!

Le celebrazioni si svolgono un po’ ovunque nel mondo ma il centro nevralgico è Dublino dove da 21 anni viene organizzato il St Patrick’s Festival che, per alcuni giorni, interessa l’intera città con concerti, manifestazioni artistiche e culturali, talks, attività, giochi, la famosa parata, mangiate e graaandi bevute, e che richiama turisti da ogni parte del mondo pronti a calarsi nella bolgia irlandese!!

Qui tutte le info http://www.stpatricksfestival.ie/

Intanto vi lascio qualche scatto di un mio St Patrick’s Day!

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#viajosola

Ma chi ti accompagna? Ma chi ti viene a prendere? Ma non guidi tu giusto? Ma a quest’ora da sola? Ma con chi parti? Ci sono ragazzi almeno nel gruppo? Che vuoi fare..Un viaggio da sola? Cosa..Siete solo ragazze?

Vabbè l’elenco potrebbe andare avanti per ore. Queste sono solo alcune delle domande che puntualmente vengono poste a noi donne quando decidiamo di uscire sole o con amiche, o ancora peggio di fare un viaggio “rosa”!

#viajosola è l’hashtag nato dopo una delle tante tragiche storie di femminicidio e divenuto il simbolo della rivendicazione delle donne del diritto a viaggiare da sole, in sicurezza e serenità.
Facciamo al contrario allora: impediamo agli uomini per esempio di uscire di casa dopo una certa ora, per preservarli dalla possibilità che commettano qualche “gesto inconsulto” nei confronti delle donne!

Io #viajosola

http://m.repubblica.it/mobile/r/sezioni/esteri/2016/03/10/news/viaggio_sola-135194366/

Un ricordo dalla Thailandia!

In preda al desiderio di evasione in una domenica pomeriggio non particolarmente eccitante, ho iniziato a sfogliare l’album di foto del viaggio in Thailandia del 2012. Oltre a realizzare il cambio di qualità (e quantità per quel che riguarda il mio fidanzato, ma non glielo diciamo!) di capelli dei protagonisti coinvolti, mi sono soffermata su una fotografia che voglio condividere con voi. Vi avverto, non è un’immagine per tutti!

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Sono a Ko Samui, Thailandia, presso il tempio Wat Khunaram, e lui è Luang Phaw Daeng, un monaco buddhista deceduto mentre meditava più di vent’anni fa. Il suo corpo, come è ben visibile, è tuttora conservato seduto nella posizione della meditazione. E si, indossa degli occhiali da sole che ne rendono meno d’impatto la vista, anche perchè il monaco è posizionato all’esterno proprio davanti l’ingresso del tempio.

In effetti, in Thailandia sono diversi i templi che conservano le spoglie mummificate dei monaci che si sono distinti per la loro devozione.

La sensazione iniziale di innegabile perplessità lascia ben presto spazio a quella di pace ed eternità.

Buona domenica!